La matematica della contraddizione europea


Il paradosso che sollevo non è un dettaglio morale; è una frattura logistica all'interno della struttura decisionale europea. 

Da un lato, assistiamo a una comprensibile compressione significativa delle libertà economiche individuali in nome della transizione ecologica. Il mandato di adeguamento energetico degli immobili entro il 2030, per esempio, non è una raccomandazione; è un costo forzato che modifica radicalmente il valore patrimoniale e la disponibilità economica di milioni di cittadini. Questo processo è giustificato da modelli di sostenibilità a lungo termine e dall'imperativo climatico. 

Dall'altro lato, i bilanci per la difesa e il riarmo non sono più negoziabili, ma vengono spinti con urgenza. I numeri sono concreti: la produzione di un solo carro armato o l'impiego di un jet da combattimento per una singola missione brucia combustibili, metalli rari e risorse energetiche in una quantità che annulla interamente gli sforzi di sostenibilità di un piccolo quartiere residenziale per anni. L'impronta carbonica di un conflitto, sommata alla distruzione deliberata di infrastrutture civili e industriali (che richiedono una ricostruzione massiva e inquinante), rende le politiche di classe energetica domestica un gesto simbolico, se non inutile.

Non si tratta solo di emissioni dirette. Bisogna considerare l'impatto sul ciclo di vita dei materiali. La filiera bellica non è circolare; si basa sull’estrazione intensiva e sull’obsolescenza rapida e distruttiva. I fondi destinati alla produzione di ordigni e sistemi d'arma sono risorse finanziarie che vengono sottratte non solo all'ambiente, ma anche all'innovazione pulita che potrebbe effettivamente rendere sostenibile l'economia continentale. Se l'obiettivo dichiarato è la sopravvivenza del pianeta, investire contemporaneamente in strumenti progettati per la massima distruzione è una deviazione strategica inspiegabile.

La contraddizione svela che la sostenibilità, nel panorama politico attuale, è trattata come una variabile sacrificabile o come una tassa imposta al cittadino, mentre la sicurezza militare (o la percezione della minaccia) è la vera priorità che assorbe capitali senza alcun limite etico o ambientale imposto. Questo dimostra una profonda mancanza di coerenza sistemica. La definizione fiorentina è appropriata: coloro che guidano queste politiche, pur brandendo la bandiera verde, si comportano da completi boccaloni, non capendo o, peggio, ignorando le conseguenze matematiche del loro doppio standard. Non è solo un fallimento morale; è un fallimento nella contabilità delle risorse.

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